giovedì 24 novembre 2011

Come e perchè - seconda parte

Nei post precedenti scrissi  che già prima di diplomarmi ero rimasta ...folgorata da altri merletti.
Infatti le mie conoscenze e l'insegnamento scolastico erano limitate al merletto bianco, per la casa, la chiesa o quelli che vedevo pubblicati sulle riviste del settore italiane.
Ma quando visitai  una mostra di merletti della Rep. Ceca  all'improvviso capiì che c'era dell'altro; e che questo "altro" con colori, forme, tridimensionalità esisteva in Europa già da moltissimi anni.

Su questi merletti , vere opere d'arte, c'è un bel articolo pubblicato sulla rivista ceca Palickovani QUI   di Iva Proskova.


Da qui si vede che il percorso innovativo è iniziato già moltissimi anni fa ( dagli anni trenta in poi) e per opera di  "disegnatori "  di valore,

che è cambiato il concetto del "retino" di fondo ed i decori...

cosa che mai avevo visto fino ad allora, giochi geometrici e l'uso consapevole e ad affetto del mezzopunto...
e come non restare affascinati dalla capacità di sintesi e padronanza tecnica Milca Eremiasova QUI
considerando che queste sono opere del 1962 e 1967!

Una strada intrapresa allora e che continua a mantenere una propria individualità ancor oggi...chi non conosce le "damine", le "testine" i "presepi"...i variopinti fiori.

 Non smetterò mai di calcare sull'importanza di saper disegnare per merletto e l'enorme possibilità di giocare con forme, decori ed intrecci.
Ho seguito solo un breve corso di merletto tenuto da Jana Stekovà  QUI  in Rep. Ceca ed essendomi recata a Vamberk ebbi la possibilità di visitare il Museo ed ammirare opere gigantesche oppure stilizzazioni lontane anni luce da quello che avevo visto fino ad allora....

 oppure l'abito creato per Jaqueline Kennedy in filo d'argento...
Così presi  coraggio  ed iniziai ad usare fili e materiali non proprio tradizionali per il merletto a fuselli.
Nei lavori di quegli anni si nota l'inevitabile influenza di quanto avevo visto

ma poi decisi di tentare una mia strada lavorando con i punti tradizionali della mia Regione, come pure  di non copiare ben sapendo che non sarebbe stato gradito e che forse così facendo avrei perduto qualche amicizia ,ma

principalmente  perchè credo che la "copia" non ha il medesimo valore di un originale.
E, non meno importante, con un lavoro copiato non avrei potuto partecipare a nessun concorso nè mostra.


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lunedì 7 novembre 2011

Parlando di feltro....


Dopo la mostra che si è tenuta a Valtopina dove ho presentato anche dei lavori con il feltro, molti, incuriositi da questa tecnica, mi hanno scritto chiedendomi consigli. 


Ho cercato di dare una risposta a tutti ma sono consapevole di non essere stata esaustiva poiché il feltro lo considero un piacevole passatempo e, pur avendo seguito qualche corso per poterne apprendere la tecnica, non ne ho approfondito lo studio.

La maggior parte dei visitatori è rimasto piacevolmente sorpreso trovandosi davanti un feltro diverso da quello che comunemente si conosce o che si è abituati a vedere nelle mercerie.

Anche il feltro, come il merletto, è una forma d’arte dove al processo di infeltrimento, dovuto all’insieme di varie componenti , lana –acqua –sapone ,che agiscono sotto l’azione del movimento, a cui si affianca la capacità e la fantasia di chi lo esegue.

Inserendo  filati diversi, seta, stoffa o  fibre - come in questo cappellino


 molto modesto e realizzato al primo corso di feltro, dove tra la lana è inserita della fibra di cocco - si ottengono effetti particolari 

Io, non essendo una feltraia,  nella realizzazione delle  borse

ho seguito  la  tecnica del feltro fino ad un certo punto… e certamente qualche feltraia sarà inorridita nel vedere le mie borse con cuciture ben evidenti , catene e fodere con taschine…


Invece, diligentemente, ho seguito una delle caratteristiche degli oggetti che contraddistingue la tecnica del feltro fatto a mano, ossia la lavorazione senza cuciture.