venerdì 28 gennaio 2011

Sempre merletti...

Tempo fa Adriana, una cara amica di Bologna, girando tra le bancherelle di un mercatino dell'usato, ha trovato queste preziose "figurine"...


 e me le da regalate! Le conservo quasi devotamente e le ho fotografate poggiandole su un centrino (disegno proprietà Scuola merletti Gorizia) che eseguii il primo anno di scuola.
Anche lo sfondo di questi  francobolli è un merletto eseguito tanti anni fa;

il disegno di molti anni fa, è sempre della scuola. Si tratta di un "davantino", un'applicazione per abito o camicetta, eseguito con filo di Cantù n. 40 e lavorato a punto fiandra.  Entrambi i capi sono stati lavati, perciò pippiolini, e fogliette ( catenelle e pippiolino ) hanno perduto la forma originale... non amo molto i pippiolini perchè sono perfetti prima del lavaggio, poi si  si trasformano in "pallini"...

domenica 23 gennaio 2011

Amarcord - 2

Ho sempre ammirato le donne di "una volta", possedevano  fantasia,  creatività e capacità manuali invidiabili.  L'arte del "Riciclo" era una necessità alla quale si adattavano  con disinvoltura senza bisogno di suggerimenti di siti o blog, credo con allegria, non vidi mai mia nonna nè mia madre lavorare con tristezza.
Noi,  fin da piccole giravamo in questo universo femmile cosparso di stoffe , lane, aghi e  fili ... infatti mia nonna mi mise presto tra le mani ago e filo e a cinque anni ricamai questo centrino a punto erba ( la rifinitura  è opera di mia madre).
Il soggetto è veramente datato,oggi ci sono decori molto più stimolanti, e non era, il  mio, una cosa eccezionale , le bambine venivano iniziate al ricamo molto presto. Al primo anno della Scuola elementare si eseguiva, generalmente, un ricamo a punto filza su tela rada con la quale poi si confezionava una sacca. In seconda s'imparava l'uncinetto
Negli anni successivi qualcosa di più impegnativo come  lavorare a maglia, in quarta non ricordo...  in quinta elementare ricamai questa tovaglia a punto erba e margherita.
Sinceramente non ho mai avuto una splendida "mano" per il ricamo, però mi piaceva e verso i 18 anni  mi sono dedicata a questo copritavolo.

ricamato con del cotone lanato, molto allegra ...nuova perchè non è mai stata adatta all'arredamento...
 Non stò a raccontare i lavori per il corredo. Allora a Trieste, in Corso Italia,  c'era un negozio Canetta con un assortimento di tele, fili , disegni, schemi, da perdere la testa. Non era molto grande però la merce era  di ottima qualità. Infatti i lini, le tele Fiandra e i cotoni migliori sopravvivono  e spero per chissà quanto ancora!
Alle Scuole medie in mancanza dell'ora del lavoro manuale, mi  divertivo a dipingere. Finite le scuole medie altri...aghi e fili: mi sono diplomata sarta. Allora esisteva questo diploma.
Negli anni 60 era di moda lavorare all' uncinetto.  Rakam allora era una rivista  valida e con buone spiegazioni, perciò... scialle!

 ancora in perfetto stato. Lana e ciniglia                continua...

sabato 15 gennaio 2011

Amarcord -1 -

Amarcord è un modo romagnolo per dire " io mi ricordo"  e che Fellini usò per il suo celebre film (1973). Su sollecitazione di alcune amiche, inizio il mio "amarcord "con un copritavolo appartenuto a mia nonna paterna (fine '800). Poi alcuni lavori ad uncinetto di mia madre, che sapeva lavorare bene anche a maglia, uncinetto,  cucire, fare le calze con i quattro ferri e le borse per la spesa in rete da pescatore,  con lo spago

Lavori  complicati o semplici, come queste allegre presine realizzate negli aultimi anni della sua vita
In casa abbiamo sempre avuto merletti, come questo di Idrjia, che ha più di ottant'anni (si trovano uguali in commercio ancor oggi)...

Fa quasi ridere oggi questo grembiule per i lavori domestici degli anni cinquanta, ricamato a mano, foderato...
Ho  grande rispetto, ammirazione per i lavori del passato,  però mi piace il futuro...
Mia nonna materna era stata sarta di paese, perciò fin dalla prima infanzia ho visto fili, aghi, e alle volte mi mettevano a sedere sul piano in legno della macchina cucire , una Singer a pedale. Mia nonna, verso i cinque anni, mi mise in mano ago e filo... (continua)

domenica 9 gennaio 2011

Studiare, serve a qualcosa?




                                                   alcuni libri sul merletto della mia biblioteca
Questo dubbio mi è venuto dopo aver frequentato ( per meno di un mese!) un blog di merletto. Intervenendo in una discussione e scrivendo che è bene studiare, imparare a  lavorare il merletto delle proprie tradizioni  e imparare a disegnare; così si evitano spiacevoli copiature, si valorizza il proprio patrimonio culturale eccetera...  Una gentile signora molto "calorosamente" ha tentato di farmi cambiare idea rispondendo , tra l'altro, che non serve studiare, che è sufficiente saper merlettare, che i diplomi servono a niente in quanto lei - non diplomata - ha avuto come allieve diplomate della Scuola Merletti di Gorizia. A nulla è servito rispondere che è normale che anche un diplomato vada ad imparare tecniche da chi ne sa di più, specie, per noi del Friuli Venezia Giulia in quanto non abbiamo per tradizione merletti a torchon, nè vlacka, ne Blonda... Lei è rimasta sulle sue idee portando ad esempio il disegnatore Rosendo Condis, che disegnava senza aver il diploma... domanda: possiamo immaginare oggi uno stuolo di Condis? Io invece pensavo all'importanza fondamentale del disegno...agli innumerevoli disegni e progetti ai quali ho dedicato ore della mia vita....



alla fine sono rimasta della mia idea: studiare serve, e molto, e come esempio porto il merletto ceco, con le sue "testine" , "damine", fiori tridimensionali... che ora tutti amano e ripetono: se anche le merlettaie-disegnatrici ceche avessero ragionato come la signora sarebbero ancora a questo ...

... o sarà perchè il merletto è materia scolastica e, non ne sono certa, universitaria?

giovedì 6 gennaio 2011

Sicilia - 2009

                                                   Fonte Aretusa
 
Orecchio di Dioniso
Nel maggio 2009 la prof Lucia Mangiafico http://www.onlusmanidoro.it/ ha organizzato a Siracusa il primo Convegno Interregionale sulle Arti Applicate.
Assieme alla ricamatrice M. Pia Gaiart ho rappresentato la Regione Friuli Venezia Giulia per il merletto a fuselli.
Le giornate dedicate alle conferenze e dibattito con interventi qualificati di storici, politici e artisti, hanno evidenziato le difficoltà che incontra , per diversi motivi il vero artigianato artistico. Non si è parlato del  "passatempo" che  fà  fiorire gruppi, chat, blog e altro, ma della difficoltà che l'artista artigiano incontra se vuole emergere, portare all'estero un prodotto di pregio unico e con il giusto valore. Dai vari interventi è emerso  il solito problema: carenza di una seria formazione culturale.

 Ho pensato di dedicare un "pensiero creativo" alla generosa terra che ci ha ospitato realizzando questa "Sicilia" gioiello.

L'idea non era nuova,  altri avevano già eseguito Regioni a merletto a fuselli e l'idea di una "Sicilia gioiello" sinceramente era kitc... forse, diversa sarebbe stata una presentazione sottovetro, un quadretto...
Comunque ho  anticipato alla prof  Mangiafico, che sapevo che non sarebbe mai stata indossata...  e così, assieme ad opere di pregio dove l' arte manuale gareggiava con le  diverse creatività della nostra bella Italia, occhieggiava anche la mia collana.
Non è stato un gran sforzo creativo disegnare la Sicilia, dove le città più importanti sono evidenziate con i coralli, e dall'Etna, - in una eruzione virtuale-  fuoriescono  perle in lava di diverso colore.
Anche le perle di lava nera sono proporzionalmente troppo grosse,  ma era quello che avevo a disposizione...

domenica 2 gennaio 2011

Dimostrazione al centro estivo -

A settembre, la maestra del centro estivo frequentato da mia nipote mi ha invitato al Centro per  far conoscere il merletto a fuselli ai bambini. Ho accettato con piacere ma anche con la consapevolezza dell'importanza del primo impatto, quello che ti fa ricordare ed eventualmente amare, una qualsiasi attività. Ho iniziato da lontano, parlando dell'importanza del "filo", magico strumento, parlando, data l'età del "pubblico" , del merletto da sempre usato dalle regine, dai nobli, portato qualche foto dell'800 di bambini benestanti vestiti con abiti impeccabili e colli enormi... tanto che qualche bambino ha notato che "sembravano delle femminucce"... Poi abbiamo iniziato...







I bambini hanno gradito molto tantochè sono ritornata una seconda volta e avrebbero voluto continuare, ma ormai erano a fine corso. Ringrazio la maestra, signora  Tatjana Budal e i genitori per la concessione delle foto... che ho comunque modificato. Altre foto in http://picasaweb.google.com/maria.bissacco/