mercoledì 24 novembre 2010

Arriverà Natale

Arriverà Natale e sarà estremamente diverso da quelli della mia infanzia.
Arriverà., e passerà tra scaffali ricolmi di infernali, indispensabili, aggeggi elettronici, caterve di creme antirughe, "botulini e siliconi" vari...
Oggi, checchè se ne dica, viviamo talmente bene nel bicchiere mezzo pieno - il mezzo vuoto è sempre estito e sempre lo sarà - da dover smaltire la cellulite in palestre e piscine.
Siamo ossessionati e indotti a comperare mille cose inutili: abiti, accessori, suppellettili, destinate ad esser buttate a fine stagione riempiendo i cassonnetti della Caritas... ma senza rimpianto visto che vengono "donati" ai poveri.
Oggi, neanche i mendicanti hanno abiti rattoppati.
Qui, come in tutta Europa, nessuno più fa il contadino (lavoro rispettabilissimo ma faticoso), l'idraulico, nè si trova personale per la raccolta delle mele, di pomodori... e neppure la badante mentre nelle nostre case provvedono a farlo laureate provenienti dai paesi dell'Est
Viviamo bene, mai come ora, se i giovani non sono più inclini a lavori "manuali", se delegano ad altri lavori faticosi, mentre si sentono più portati verso un part-time eterno ma pulito, riposante, magari dietro ad un pc, con in mano l'indispensabile cellulare, I pod, ecc.. pronti ad affollare del vie del centro nelle animate " happy hour"...
Vivo bene perchè posso fare ciò che voglio, anche tirare pomodori in testa al mio vicino, sicura che nessuno mi punirà, anzi verrò compresa, perchè la legge e la società mai sono state più aperte e comprensive...
Perciò non rimpimago il passato, il tempo non è trascorso inutilmente e mi piace il benessere che permette a milioni di persone di stare ore ed ore in Facebook, curare Blog e siti internet, invece di riscaldare la minestra o rammendare i calzini... veramente... calzini in makò da ramendare ce ne sono pochi, sostituiti anch'essi da pratiche spugne ...

Ed ora ci siamo, tra poco arriverà Natale carico di suoni, colori ed ogni ben di Dio ma carente del vero significato: l'inno alla vita e alla famiglia, almeno così lo vedo io.
E mi mancano  i Presepi con la neve di ovatta e le statuine intente nelle  caratteristiche occupazioni; lavori ormai dimenticati, mentre tra il muschio ancora umido giravano pecorelle di gesso e non figuri del mondo del gossip....
E con essi,  il  "raccoglimento", la "compostezza", il silenzio carico di desideri e speranze, probabilmente obsoleti, visto che oggi nelle Chiese si applaude ai funerali come neanche alla Scala.
Manca, oggi che nulla più stupisce, lo "stupore" quello che faceva rimanere zitti i bambini con gli occhi scintillanti per la meraviglia, incantati, davanti alla Volta celeste fatta di carta blu e di stelle di carta stagnola ed il canto sommesso del "Tu scendi dalle stelle"...

Un pò di questo mio sentire l'ho trasmesso in un merletto quando, nel 2003, partecipai per la prima volta ad un concorso di merletto che si tenne a Kiskunhalas, località adagiata nella pianura ungherese. .http://www.kiskunhalas.hu/en/

Luogo rinomato per il merletto, con un bel Museo dov'è possibile ammirare ricami su organza e tulle con decori particolari e, tra l'altro, deliziosi merletti colorati del periodo Liberty.


Contrariamente a quanto si crede oggi, che viene considerato "moderno" solo perchè colorato, si eseguivano merletti colorati, già allora, ma ancor  prima  - Blonda policroma di Courselles  per esempio
http://blondecaen.chez-alice.fr/ - e con risultati e cromatismi eccellenti.

( monumento alla merlettaia)



                                                 (Libro e merletti )





 Il tema del conconcorso era : "Dentro la natura"

Non so il motivo che mi spinse a presentare un merletto "natalizio" ma così è stato.
Essendo la prima volta che partecipavo ad un concorso - o forse per sesto senso - pensai di allegare al manufatto anche una breve spiegazione tecnica ed un a breve prosa:

       Nel Blu.

E'  possibile?...lontani da tutto
nella Notte Santa
immergerci nel blu, scrutare l'invisibile
e cercare lassù la disposizione fondamentale alla filosofia:
lo stupore!

Cosa assolutamente non richiesta e che, naturalmente, nessuno lesse nè fu esposta accanto al lavoro.
In alcuni concorsi è richiesta una spiegazione tecnica, altri richiedono anche le ore di esecuzione, altri progetti e disegni, insomma ognuno ha, più o meno, le proprie regole che è bene seguire.
Il "tappetino" non vinse nulla, c'erano lavori migliori, e sinceramente stonava in mezzo a foglie, fiori...insomma la natura in senso stretto. Non se ne capiva il significato..


un rettangolo con un albero di Natale in mezzo alla neve...


(disegno)




Ma io intesi rappresentare così  un incontro intimo.
In una notte assolutamente particolare l' incontro silenzioso dell'uomo, con la natura muta, pulita, sotto una luna velata ed un cielo scintillante di stelle (cristalli Svarowski!) : un momento per ricordare chi siamo a prescindere dalla fede.

Poi lo esposi a Roma, a Mnemosine, e probabilmente piacque perchè la prof. dott. Marinella Canale dopo averlo visto scrisse una breve novella.
La scrisse d'impulso e con rara capicità, per me e il mio tappetino.
Mai avrei immaginato che questo lavoro sarebbe stato in qualche modo "capito" e capace di emozionare; perchè scrivere è emozione.
E con questo bel ricordo aspetto il Natale.

domenica 21 novembre 2010

Chi l'avrebbe detto!

Lo scorso anno ho realizzato dei piccoli alberetti di Natale; piccoli ciondoli donati alle amiche. In novemmbre ho scattato la foto senza badarci troppo, solo per avere un ricordo, usandola anche come biglietto di auguri via mail. Veramente una foto brutta, con uno sfondo che "spara" ma dato che erano i lavori di quell'anno l'ho pubblicata, bella o brutta, nell'album in Picasa, (http://picasaweb.google.com/maria.bissacco/BuonNatale# )
Chi l'avrebbe detto? Ad oggi questa foto è stata vista 2070!

sabato 20 novembre 2010

Lentamente muore - ¿Quién muere?

Amo questo splendido inno alla vita.
Non so se questa poesia l'abbia veramenente scritta Pablo Neruda http://it.wikipedia.org/wiki/Pablo_Neruda,  o  Martha Medeiros, scrittrice e giornalista brasiliana, come sostengono alcuni http://diarioperinaviganti.blogspot.com/2007/01/lo-diceva-neruda.html, ma per me è autentica emozione.

Lentamente muore.

Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi persorsi,
chi non cambia marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi evita una passione
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni
proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore
davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire
ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,
chi non ascolta musica, chi non trova grazie in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia aiutare,
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna
o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande sugli argomenti che non consce,
chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del
semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicità.

Muere lentamente quien se transforma en esclavo del hábito,
repitiendo todos los días los mismos trayectos,
quien no cambia de marca,
no arriesga vestir un color nuevo
y no le habla a quien no conoce.
Muere lentamente quien hace de la televisión su gurú.
Muere lentamente quien evita una pasión,
quien prefiere el negro sobre blanco
y los puntos sobre las "íes" a un remolino de emociones,
justamente las que rescatan el brillo de los ojos,sonrisas de los
bostezos, corazones a los tropiezos y sentimientos.
Muere lentamente quien no voltea la mesa cuando está infeliz en el
trabajo,
quien no arriesga lo cierto por lo incierto para ir detrás de un sueño,
quien no se permite por lo menos una vez en la vida,
huir de los consejos sensatos.
Muere lentamente quien no viaja, quien no lee, quien no oye música,
quien no encuentra gracia en si mismo.
Muere lentamente quien destruye su amor propio, quien no se deja
ayudar.
Muere lentamente, quien pasa los días
quejándose de su mala suerte o de la lluvia incesante.
Muere lentamente, quien abandona un proyecto antes de iniciarlo,
no preguntando de un asunto que desconoce
o no respondiendo cuando le indagan sobre algo que sabe.
Evitemos la muerte en suaves cuotas, recordando siempre que estar vivo
exige un esfuerzo mucho mayor que el simple hecho de respirar.
Solamente la ardiente paciencia hará
que conquistemos una espléndida felicidad.









mercoledì 17 novembre 2010

Ricamo Italiano n. 73 - errata corrige -

E' uscito il numero 73 del 2010 di Ricamo Italiano. Il mensile, ben conosciuto, pubblica vari ed interessanti reportage. Ho notato però alcune inesattezze inerenti le foto sulla manifestazione che si è tenuta a Valtopina lo scorso mese di settembre. Per prima  cosa desidero colmare una lacuna precisando che manca il nome di un'ospite straniera, Bistra Pisancheva (Bulgaria)qui  http://www.bistrapisancheva.com/


che ha esposto merletti a tecnica Kene - merletto ad ago - merletti a fuselli e capi di abbigliamento tradizionali bulgari e portato in dono al Museo un abito tradizionale di rara bellezza.
La signora Iva Proskova (Rep. Ceca   http://www.palickovani.cz/start.php) merlettaia rinomata che non ha bisogno di presentazioni, esponeva abiti e merletti esclusivi di sua creazione. Le sale della Canonica ormai destinate ad ospitare figure emrgenti del mondo del merletto contemporaneo, ponevano a confronto tre realtà ed interpretazioni del merletto, infatti la mostra che ho curato era "Il Merletto:sperimentazioni contemporanee".
Spiace, immagino per mancanza di spazio, che non sia pubblicata neanche una foto della mostra sul tessile,






esposto nell'adiacente Centro Giovani con  creazioni tessili d'avanguardia di Graziella Giudotti, Laura de Cesare e Nicoletta de Gaetano.

 Peccato che manchi pure qualche foto della mostra  " Preziosamente "che si teneva nelle sale delMuseo del Ricamo e del Tessuto: 59 gioielli  di filo in varie tecniche e tipologie provenienti da vari paesi europei e italiani e che ha portato alla pubblicazione di un catalogo; un'occasione che non capita ogni giorno di poter ammirare interpretazioni completamente differenti sul tema "gioiello".
Infine anche i nomi delle autrici, posti sopra le foto sono sbagliati, perciò con un colpo di mouse e "agili dita sulla tastiera" ho provveduto ad un errata corrige "casalinga" ponendo il nome giusto accanto alla foto.


Sono sicura che il direttore Michelotti comprenderà le correzioni, come io comprendo che chi lavora può sbagliare, e di errori sulla carta stampata non ne mancano, ma mi sembrava doveroso menzionare persone che arrivano da lontano per portarci la cultura. Tutti sappiamo quanto tempo, fatica e danaro costi viaggiare, perciò meritano la nostra gratitudine.
A modo mio, naturalmente

martedì 9 novembre 2010

ARCHI PREZIOSI

In questo blog racconterò il "senso" dei miei lavori.
Non amo lavorare per il puro passatempo perchè credo che il merletto sia un qualcosa di più costruttivo e di culturale, e in certi casi una vera espressione artistica. L'intreccio dei fili, banale e ripetitivo, che per centinaia d'anni e stato fatto perchè doveva sopperire ad altri bisogni, direi che oggi è obsoleto.
Vedere nelle mostre o in Rete, sempre gli stessi lavori, ripetuti o leggermente modificati, come ad esmpio le mille versioni delle Madonnine di Cantù o le "testine" e le "damine" Ceche che occhieggiano da decenni per tutte le fiere e mercati, non mi affascina, anzi, mi induce ancor più a cercare sempre altre strade e nuove soluzioni. 
Fa parte del mio carattere, e dovendo sintetizzare il mio pensiero dico"quello che ho visto è stato già fatto". Non è presunzione ma sono attratta dal nuovo, dalla ricerca, pur modesta, convinta che "una vita senza ricerca non è degna di esser vissuta" - Socrate. Apologia, 38 -.
Lavorare per un concorso a titolo stabilito è stimolante in quanto dà la possibilità di presentare il proprio modo di intendere il merletto esprimendo la propria "diversità" creativa, ossia la propria cultura, cosa che dovrebbe risultare interessante in epoca di spietata globalizzazione.


 Nel 2006 a Sursee, in Svizzera, il tema del concorso era "L'arco".

 Un titolo affascinante, ma pensai subito di scartare l'arcobaleno, i ponti, le arcate, immaginando che sarebbero state fonti di ispirazione per altri, e così è stato.

Ritenni opportuno realizzarlo nella forma che più mi ispirava progettando un gioiello: Archi preziosi.





  Ho inteso sintetizzare il concetto "arco" come preziosità  venale-gioiello,  appropriandomi delle forme architettoniche dei vari tipi di arco - trilobato, a tutto sesto, a sesto ribassato, a sesto acuto - affascinata dall'importanza che hanno avuto nel campo dell'architettura partendo dall'epoca nubiana, alla minoica arrivando ai giorni con Gaudì.qui
Immagine da Wikipedia

immagine da Wikipedia
Il lavoro si presenta con i punti tradizionali della mia regione, cosa che si evidenzia, ormai da anni, nelle mie esecuzioni. Cerco di adeguare, ridisegnando, il merletto tradizionale secondo lo scopo specifico, in modo da mantenere una certa "tradizione e modernità" unita al pregio del capo unico.
Progettando un gioiello è meglio dimenticare "l'angoletto" nato come decorazione per un fazzolettino, oppure un "bordo" progettato per altri usi e trasformato in bracciale; si deve pensare ad un gioiello.
Certo, questo richiede tempo, perchè il merlettare è gesto antico e i movimenti della mano non si sono accelerati dal 1500 ad oggi, nè nell'intreccio del filo nè nel vergare il foglio. La lentezza creativa è aborrita rispetto alla rapidità che si può ottenere dalla Rete che consente a chiunque di adattare senza troppo impegno ed intelletto, patterns visti e rivisti: creare è lento e complesso.

Dopo l''idea, si passa allo schizzo a mano, poi al disegno a matita, poi si riporta su lucido in china usando compasso, righello e squadretti, infine la copia eliografica.
progetto a matita
Uguale cura richiede la scelta dei filati e materiali, perle o altro affinchè il tutto risulti armonioso. Se per la partecipazione ad un concorso, o esposizione, il concetto di proporzione di un soggetto non è determinante, in quanto può essere il frutto di ricerche estetiche innovative, esasperate, e dove generalmente conta molto l'impatto visivo, lo diventa invece nella progettazione di un gioiello "da indossare".
Un collier girocollo in merletto, di una certa imponenza, deve appoggiarsi perfettamente alla base del collo, non potrà sollevarsi dietro nè allargarsi troppo verso le spalle; da qui la necessità di progettarlo specificatamente e proporzionalmente alla circonferenza collo e taglia della persona.
Una persona esile, difficilmente indosserà con grazia un collier ideato per una matrona, e viceversa; lo stesso dicasi per braccialetti ed orecchini.
In gioielleria il problema non esiste dato che la struttura, generalmente, è mobile, e le dimensioni, relativamente contenute, almeno quelle europeee, comunque studiate da un'equipe per un mercato internazionale.
E se, in gioielleria esigiamo che un gioiello d'oro ci "vesta" perfettamente, e prima di acquistarlo ne proviamo più d'uno, lo stesso vale per un gioiello di filo.
Questa collana non si è classificata ma non è importante, l'importante, per me, è che sia un buon lavoro...
a modo mio, naturalmente.

giovedì 4 novembre 2010

Il solito tubino nero




Ecco il classico tubino nero tirato fuori dall'armadio: uno sguardo e ... improvvisamente lo vedi "antico"!


Però  non è il caso di buttarlo ( anche perchè addosso a me stà meglio che sul manichino) in fondo il tessuto è di buona qualità; una lana italiana indistruttibile, perciò bisogna usare la fantasia.


Da altri cassetti tiro fuori  nastri, bordure, passamanerie che utilizzerò per "attualizzarlo"...






Per prima cosa approfondirò le pinces sotto il seno in modo da modificare la linea, poi accorcerò il fondo.



In modo rapido e semplice si può applicare un nastro di velluto o di raso, in tinta o in tinta contrastante.
Si può bordare la scollatura con del pizzo uguale alla sopraggonna  staccabile che sarà più corta di circa 10 com e tenuta nel punto vita da un cinturino alto cm3. Fig. a sinistra.


 Oppure si può applicare una striscia, da sotto il seno al punto vita,  in pizzo o altro tessuto adatto.
Si può bordare la scollatura con qualche prodotto da merceria (vedi foto in alto) , accorciarlo e indossarlo su leggins di pizzo , se l'età e la figura lo consentono ovviamente... ma non è il caso mio!

martedì 2 novembre 2010

Due novembre


Due novembre.
Ho bisogno di silenzio.   
Non voglio sentire le allegre streghe di Halloween capitate qui a cavallo della furba scopa del consumismo.
 Non mi interessano cappellaci ed ammiccanti zucche vuote...voglio il silenzio accogliente dei miei camposanti. 
Voglio camminare nei viali  circondata da mille tombe mute  e sentire solo  il calpestio del mio passo sul tappeto di foglie che i platani hanno generosamente donato. 
Nel rispettoso silenzio voglio ricordare chi mi ha amato, accarezzato, baciato. 
A casa ,  aggiungerò olio al bicchiere dove galleggia il lumino, come sempre si è fatto nella nostra tradizione.  
Voglio l’illusione che “loro” vedano e capiscano quanto li ho amati e quanto sono disperata.